Curse of the Azure Bonds diventò la mia prima campagna (intesa come gruppo di avventure strettamente correlate e non auto-conclusive) di Dungeons & Dragons.
La fonte videoludica stabilì il tono di molte sessioni, l’uso delle miniature e delle mappe anche se ancora usavamo la D&D Cyclopedia, il SAVE prima del combattimento finale (al massimo uno a campagna) e il fatidico GONE per i personaggi che fallivano il resurrection check o subivano in un solo colpo danni pari al doppio dei loro massimi punti ferita (sì può succedere).