Nel 2022 l’uscita de I Draghi dell’Inganno, primo volume della nuova trilogia di Dragonlance, fu una grande delusione per i vecchi fan della saga. La trama era semplicistica, il tono troppo scanzonato e la protagonista antipatica e poco brillante.
Ora è uscito il secondo volume, I Draghi del Destino, che ovviamente si trova a occupare la posizione più difficile all’interno di ogni trilogia.
AVVISO SPOILER
Questa recensione contiene informazioni sul contenuto di tutti i libri della saga di Dragonlance, da Le Cronache fino a Draghi dell’Inganno. Se non avete ancora letto i libri, fatelo.
La storia riprende esattamente dove era stata lasciata.
Destina e Tas, insieme a Raistlin e Sturm, sono intrappolati nel passato in un momento molto delicato della storia di Krynn, ovvero l’assedio della Torre dell’Alto Chierico da parte degli eserciti di Takhisis, la Regina dei Draghi Malvagi. Portano con loro la Gemma Grigia di Gargath, nella quale Reorx ha imprigionato il Padre Caos, quindi possono cambiare il futuro.
Nel presente, la Storia di Astinus che descrive la Terza Guerra dei Draghi già ha le pagine bianche, e Dalamar e Justarius cercano di riparare l’artefatto che permette di viaggiare nel tempo.
Il libro è piacevole, divertente e a tratti esaltante.
Forse in seguito alle recensioni, gli autori hanno avuto modo di relegare Destina a un ruolo marginale, così che la sua insipienza (che perdura, continua a lagnarsi, ora dei guai che ha causato, senza mai fare nulla per risolverli) è meno fastidiosa.
Il protagonista assoluto de I Draghi del Destino è Raistlin Majere. Un pó perché Raistlin piace a tutti, un pó perché vederlo agire nella piena maturità caratteriale – coi ricordi di chi è stato padrone del passato e del futuro, avversario della Regina dei Draghi, Signore della Torre – ma con solo incantesimi di terzo livello mette in mostra la sua vera dote, l’intelligenza.
Magius, l’amico mago di Huma, è il co-protagonista, e la sigla di “Attenti a quei due” (a volte anche quella di “Mission: Impossible”) viene in mente ogni volta che scorrazzano in giro per Krynn.
Ma l’assoluto piacere di leggere altre avventure di Raist non toglie che il libro ha una qualità molto altalenante.
La storia tra Huma e Gwyneth sembra inverosimile, Sturm è un contorno, Tas un decerebrato che della morte di Flint e delle parole di Fizban non ha tratto alcun insegnamento.
Il vecchio libro La Leggenda di Huma affrontava questo periodo storico molto meglio, e il fatto che venga totalmente ignorato e relegato appunto a mera “leggenda” toglie molto alla credibilità della storia.
Gran parte della sospensione della realtà è demandata alla conoscenza che il Fiume del Tempo tende a scorrere come previsto indipendentemente dalle modifiche, e che quindi le stesse persone nascono e seguono quasi la stessa vita anche in linee temporali diverse. Meh.
Inoltre un artefatto magico insostituibile viene riparato in una settimana da un’incantatrice che non ha neanche superato il Test. Mah.
Il finale, che non spoilero, sorprende peró davvero, e apre a uno stravolgimento del mondo di Dragonlance ben maggiore di quanto mi aspettassi. Non un semplice reboot, ma una vera rinascita dalle ceneri.
I Draghi del Destino è facile da paragonare al film di Star Wars L’Attacco dei Cloni.
Destina è JarJar, Raist e Magius ricoprono il ruolo di Ani e Obi Wan, Sturm è Mace Windu, c’è la guerra, c’è una storia d’amore un pò goffa, ci sono diversi duelli interessanti e personaggi che si vorrebbe venissero sviluppati meglio. È molto meglio del capitolo precedente, ma manca ancora qualcosa.
Grazie a Raist, Magius e il finale I Draghi del Destino raggiunge la sufficienza, ma il suo maggior merito è che chiude con un punto di domanda grosso come la Locanda dell’Ultima Casa su cosa potrà accadere nel terzo libro.
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