Dopo un pò di meritata azione alla corte di Arendia il libro apre le ali e spicca il volo. La seconda e la terza parte – Tolnedra e Nyissa – scorrono piacevolmente, mentre i nostri avventurieri si trovano coinvolti più e più volte in intrighi di corte.
TOLNEDRA
L’incontro con Ce’Nedra, principessa tolnedrana promessa sposa di un futuribile Re Rivano – dinastia scomparsa secoli prima… e chissà chi sarà l’ultimo erede perduto del casato??? -, è particolarmente divertente, così come il godimento intimo di Silk di fronte alle trame dei diversi duchi coinvolti nella successione.
Lasciato Tolnedra, per conoscere meglio il nuovo personaggio veniamo condotti nel boschetto delle driadi, dove scopriamo che la giovane principessa è in parte un essere sovrannaturale… guardacaso proprio come il nostro Garion….
Uhm, quanto farà due più due?
Comunque sia, lasciato il boschetto i nostri eroi si separano: Belgarath e Silk (le due menti del gruppo) inseguono il ladro attraversando il confine verso sud, mentre gli altri si dirigono verso la costa, dove una nave Cherek li prenderà a bordo per fargli fare un viaggio più comodo. Non appena gli elementi più pericolosi si sono allontanati Chamdar, anche noto come Asharak il Murgo, si presenta per rapirli tutti e portarli da Torak, il dio-Drago. Per indurli a fare quello che vuole dimostra a Polgara di tenere il cuore di Garion stretto nel suo pugno, in virtù dei lunghi anni di frequentazione. Ma Chamdar è così concentrato sullo schiaffeggiare Polgara che si dimentica dello stesso Garion, che guidato dalla misteriosa voce nella sua testa rivela finalmente il suo potere, dando fuoco a Chamdar.
E quando a causa dell’orrore è pronto a lasciar spegnere il fuoco, Polgara gli rivela che è stato Chamdar a uccidere i suoi genitori, così che il giovane ravviva le fiamme fino alla morte del Grolim.
E così finalmente anche il lettore più disattento scopre che Garion è in realtà Belgarion, nipote di Belgarath, dotato di enormi poteri magici grezzi e dal misterioso futuro!
E la piccola Ce’Nedra inizia a guardarlo con interesse… già. Ehm.
NYISSA
Il viaggio continua fino a una delle nazioni più interessanti del Balgariad, ovvero Nyissa, l’enorme palude velenosa patria dei Nyissani, adoratori del dio-serpente Issa.
Se Cherek è la Scandinavia, Sendar l’Italia dei comuni, Drasnia la Russia, Arendia l’unione dell’Inghilterra e della Francia della guerra dei 100 anni, Tolnedra l’antica Roma, Nyissa è per la prima volta una pura invenzione.
Ci sono elementi orientaleggianti (parte Egitto parte Mesopotamia) ma l’enfasi sui veleni e l’uso diffuso delle droghe rende il paese una simpatica novità. Si fa per dire, perchè l’abbondante e spregiudicato uso della schiavitù e il clima insalubre rendono Nyissa un vero inferno.
Qui Garion viene abilmente rapito, poi drogato e infine sedotto da Salmissra, la regina in salamoia. No, la regina dei Serpenti, replica di facciata dell’antica amante del dio, morta da secoli perchè il dio-pigrone prima di addormentarsi si è dimenticato di concederle l’immortalità. Questa particolare Salmissra ha deciso di portare Garion da Torak (e due) e chiedergli in cambio l’immortalità, cosa che quando Polgara arriverà a salvare il ragazzo si affretterà a rivelare a Issa, che non ne sarà punto contento.
Fine di Salmissra come umana, e nascita del Serpente-Salmissra, fredda e immortale. Queste scene sono tra le più divertenti della saga, e meritano per soprattutto per il dialogo tra la voce nella testa di Garion (che non è un tumore, per quanto a volte uno lo speri), lo stesso Garion e (più avanti) Belgarath.
Salvato il giovane Belgarion e ricongiuntisi tutti gli eroi, il gruppo parte alla volta di Maragor, dove una volta prosperava una felice società matriarcale ricca di oro e strane abitudini alimentari.
Voto finale de Il Segno della Profezia: 4,5/5
Da leggere perchè: è il vero inizio della saga, ed è davvero divertente. In realtà secondo me è il libro più bello scritto da Eddings, quindi se lo leggete e ancora nulla fa click nella vostra testa, lasciate perdere. Eddings non fa per voi…